Il progetto Interior of Sicily

Un gioco di parole. Nasce così il titolo del progetto Interior of Sicily. Letteralmente significa "Interno della Sicilia", ed ha senso perché proprio in Sicilia è stato realizzato questo lavoro, in una zona rurale montana tra i comuni di Cesarò, San Teodoro e Troina, tra le province di Messina ed Enna. L’autore però, al di là della corretta traduzione, ha voluto sottolineare l'assonanza che interior ha con interiore, nel senso di intimo. Come qualcosa che senti dentro e che senti tuo, che ti appartiene a prescindere, senza che tu lo abbia determinato o voluto coscientemente. Un legame atavico lega, infatti, ogni siciliano con l'interno dell'isola, con il paesaggio, con la terra, le attività, i prodotti. Un'isola circondata da mari che sono stati gli scenari di guerre, migrazioni, scambi di culture. Navi cariche di grano, vino, e di prodotti della terra siciliana, hanno solcato quei mari per secoli. I potenti di ogni epoca si sono dati battaglia per gestire le ricchezze che questa terra generosa era in grado di produrre. Ogni zolla di terra siciliana è passata sotto le mani dei contadini e dei braccianti, che con il loro lavoro disumano, dietro il compenso di poco più di un pezzo di pane hanno consentito ai proprietari terrieri di diventare ricchi e potenti.
Una storia millenaria quella della lavorazione del grano in Sicilia. L'egemonia del latifondo ha strutturato i rapporti sociali e lavorativi di migliaia di uomini e donne sottomettendoli al potere padronale. Solo a partire dagli anni '60, grazie alle lotte contadine ed a una nuova presa di coscienza, è stato scardinato quel sistema di potere e di sottomissione. Ciò nonostante i contadini siciliani sono stati attratti dalle prospettive di lavoro più stabili che la massiccia industrializzazione prometteva. Il progressivo spopolamento delle campagne dell'entroterra siciliano, portò non solo alla perdita del primato quantitativo e qualitativo nella produzione del grano, ma addirittura alla scomparsa di alcune tipicità colturali. Non a caso oggi si parla sempre più spesso dei grani antichi siciliani come di un patrimonio perduto da recuperare.

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In molte zone della Sicilia la coltivazione del grano, dell'orzo, del foraggio è comunque proseguita. Le macchine agricole hanno introdotto nuove tecniche colturali e nuove modalità di raccolta e trasformazione dei prodotti. Nei territori nei quali è stata mantenuta la coltivazione dei cereali e del pascolo, nonostante la meccanizzazione e la coltivazione intensiva, il paesaggio ha mantenuta una sua identità. I paesaggi, i territori, i luoghi, narrano di storie, legami, ferite, separazioni. Il paesaggio agrario siciliano, in alcune zone, riesce ancora a raccontare in maniera armonica il legame tra l'uomo, le sue attività e la terra. E' strano che questo avvenga ancora nonostante la tecnologia e la meccanizzazione abbiano raggiunto ogni angolo del pianeta. Da qui nasce la curiosità dell’autore. Terre arse, altre volte vegetazione ricca e colorata, altre ancora terra nera appena arata. La presenza dell'uomo è sempre stata discreta, non invadente. C'è e si vede, ma non è lui il protagonista. La natura riesce ancora a prevalere e a l'uomo va bene così. Immagini uniche, emozionanti, delle quali però non si riesce ad avere una visione d'insieme. Come le tessere di un mosaico, che da sole non riescono a dare l’idea del disegno completo, così l’autore ricerca nelle immagini la chiave per aprire le porte di quel paesaggio a nuove letture. Ecco che all’immagine stereotipata dei territori dell’ interno della Sicilia riarsi dal sole, brulli e cupi, se ne affacciano di nuovi, diversi, con in aspettati giochi cromatici creati dalla natura  e dall’uomo, dalla vegetazione, dalle stagioni. La chiave che l’autore dice di aver trovato è il tempo ed attraverso di esso cambia il modo di osservare, di capire e di raccontare il paesaggio.

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 Oggetto di osservazione sono una decina di chilometri che da Cesarò portano verso Troina, a cavallo tra le province di Messina e Enna. Ad essere più precisi si tratta della Strada Statale 120 che si inerpica tra colline e vallate sul diradare dei Monti Nebrodi. Ampi spazi, colline multiformi, campi coltivati, terreni incolti, alberi e casolari solitari. Su tutto domina la Montagna, il Mongibello, il Vulcano, l'Etna. Ogni tanto si può osservare qualche contadino o allevatore con le sue greggi, ma il più delle volte apparentemente non c'è nessuno. Eppure la mano dell'uomo è sempre presente in quel paesaggio. Agisce come nascosta, senza protagonismo. L’autore conosce bene quei luoghi. Li ha più volte fotografati e ripresi, ma in maniera occasionale e fugace, fino a quando..
“Fino a quando un giorno mi venne un'idea. Quello che mi mancava era poter mettere insieme le immagini attraverso un criterio che legasse in qualche maniera la visione, le emozioni. Ci voleva un racconto. Ma cosa aveva la capacità di legare insieme quelle immagini in un racconto? A pensarci bene poteva essere l'unica cosa che in un certo senso determinava tutte le altre: il tempo. Si, il tempo, che scandisce il cambio delle stagioni, che muove le nuvole e il sole, il giorno e la notte, che fa germogliare i semi, che fa crescere il grano, che colora la sulla, che fa diventare giallo il grano maturo e nera la terra arata. Certo, lo so bene, non è il tempo che fa tutto questo, ma è attraverso di esso che ce ne rendiamo conto. Solo che il nostro tempo, il mio tempo, quello dell'osservazione che dura un'ora, due ore o un'intera giornata, non mi consentiva di apprezzare l'insieme. Ci voleva un tempo più grande.
Lungo la strada statale 120 che da Cesarò porta a Troina, individuai 5 postazioni, quelle che negli anni mi avevano regalato i paesaggi più emozionanti. Le scelsi anche con una certa dose di casualità perché non sapevo bene a cosa sarei andato incontro e cosa avrei visto da quelle postazioni nel corso del tempo. Presso ogni postazione ricavai dei segnali guida dove ogni volta avrei montato il cavalletto con la macchina fotografica nella stessa posizione. Per ogni postazione scelsi un certo numero di inquadrature, segnai dei riferimenti fissi del paesaggio, feci degli scatti di prova. Per ogni postazione e per ogni inquadratura individuata, annotai i riferimenti, i dati di scatto, la lunghezza focale. Cominciai così, nell'ottobre del 2012, a recarmi in quei luoghi ogni settimana, ogni mese, in ogni stagione dell'anno. Presso ogni stazione individuavo i riferimenti, regolavo le inquadrature, regolavo la macchina fotografica, scattavo. Per ogni inquadratura effettuavo 3 scatti con esposizioni diverse per poter poi valutare a casa quale fosse l'immagine migliore. Facevo la stessa cosa con le riprese video, senza però utilizzare riferimenti rigidi. Registravo le immagini del paesaggio e di ciò che accadeva vicino a me. Dettagli e campi larghi. Tornato a casa archiviavo il materiale sul computer per postazione e per inquadratura, dividendo la parte fotografica da quella video. Non facevo altro, raccoglievo e archiviavo il materiale. Non sapevo ancora esattamente cosa ne avrei fatto, ma sapevo che non avrei potuto lavorarci se prima non avessi avuto almeno un anno di materiale raccolto.  La raccolta finì a settembre del 2014, due anni dopo. Scelsi di finire? No, la sorte scelse per me. Le mie condizioni di salute non mi consentirono più di proseguire le mie "gite" lungo la strada statale 120 e quindi questa circostanza mi costrinse, mesi dopo, a rendermi conto che il materiale che avevo raccolto era tanto, forse più di quanto avessi immaginato.”
Ci sono voluti mesi per analizzare tutte le immagini. Selezionarle, classificarle, metterle in sequenza. Ho riempito decine e decine di pagine con appunti, schemi, disegni, prima di cominciare ad elaborare il progetto definitivo. Alla fine l'idea ha preso forma, anzi, 4 forme. La prima fotografica, la seconda video fotografica, la terza video, la quarta raccoglie le prime tre.

Sezione Fotografica
In questa sezione ho raccolto tutte le fotografie scattate nei due anni. Da una parte le immagini fisse, scattate dalle stesse postazioni e dalle stesse inquadrature, dall'altra quelle scattate in libertà, senza riferimenti di posizione.
Per ogni inquadratura ho selezionato le sequenze di un anno. Attraverso un paziente e lungo lavoro ho allineato le immagini sovrapponendole. Alla fine, per ogni inquadratura ho ricavato un minimo di 52 immagini (1 per ogni settimana). In alcuni casi le immagini ricavate sono state di più, fino ad un massimo di 70. Immagini identiche per inquadratura, simili nei colori tra le settimane adiacenti, diverse se considerate mese per mese.


Sezione Video-Fotografica
Le immagini così ricavate per ogni postazione e per ogni inquadratura, le ho montate in sequenza utilizzando un software di montaggio video. Quando ho visto la prima sequenza finita, li ho capito che la chiave/tempo funzionava!. Adesso bisognava regolarla per valutare la migliore modalità di visualizzazione. Ho realizzato diverse versioni con velocità diverse. Un anno in 4 minuti, in 2 minuti, in 1 minuto.
Sezione Video
Le riprese video le ho effettuate senza seguire rigidi riferimenti di posizione, ma utilizzando dalle postazioni inquadrature anche diverse, ma che mettessero in evidenza quegli elementi del paesaggio particolarmente significativi. Ho registrato immagini di paesaggio, ma anche dettagli di quanto accadeva in quei luoghi in scala ridotta. Non posso tacere il mio stupore e la mia emozione durante le riprese. In alcuni periodi dell'anno ho assistito a spettacoli messi insieme da protagonisti che sembravano essersi accordati per generare bellezza ed ammirazione: nuvole, sole, vegetazione, animali, paesaggio. Ho selezionato il materiale suddividendolo cronologicamente per mesi, così da poter valutare le variazioni paesaggistiche nel loro insieme.

Sezione Documentario
La ricchezza del materiale, sia fotografico che video, meritava di essere raccolto in un documentario attraverso il quale cercare di rendere lo spettatore partecipe delle emozioni che ho descritto. Non solo questo. Credo nel valore di documentazione e sensibilizzazione che questo lavoro può avere. Infatti, la visione d'insieme di un territorio, di quel territorio, può aiutare a capire come la bellezza possa essere ricercata e trovata in maniera inaspettata anche in contesti rurali inconsueti. Può aiutare a sviluppare la coscienza del rispetto dell'ambiente attraverso l'alleanza armonica tra natura e attività umane.


La Mostra
Il materiale fotografico composto da sequenze fotografiche e da fotografie singole, è stato ulteriormente selezionato per la stampa. Sono stati ricavati 12 pannelli delle dimensioni di mt. 1,20 per 2,00 che riportano, accostate l'una all'altra le miniature delle sequenze fotografiche. In ogni pannello sono contenute 60 immagini che danno l'idea dei cambiamenti del paesaggio nel corso dell'intero anno. Per ogni pannello è stata individuata una foto emblematica di quella inquadratura ed è stato ricavato un ingrandimento 100x70. Le foto ingrandite sono state accostate al lato sinistro del pannello con le miniature. Per ogni pannello un mese diverso, così che il visitatore possa avere un doppio elemento di osservazione: Il cambiamento durante tutto l'anno, attraverso le miniature dei pannelli e il cambiamento tra i mesi attraverso gli ingrandimenti. Sul lato destro di ogni pannello, sono state installate 3 fotografie con dettagli e paesaggi relativi al mese, ma non vincolate a postazioni o inquadrature specifiche.
All'interno dello spazio espositivo sono previste alcune postazioni multimediali dove sono proiettate le immagini delle sequenze fotografiche delle diverse postazioni.
Di seguito, a titolo di esempio, è riportato lo schema dell’allestimento di una delle dodici stazioni.

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Il documentario
Il materiale video, registrato nei due anni di osservazione, è stato raccolto in un documentario. Il trascorrere dei mesi è documentato sia attraverso la proposizione delle sequenze fotografiche realizzate nelle diverse postazioni, sia con immagine di dettaglio e del paesaggio. All'inizio di ogni mese viene proposta una sequenza video-fotografica che in un minuto condensa il passare delle settimane, dei mesi, delle stagioni. Subito dopo, le immagini documentano le caratteristiche di ogni singolo mese attraverso dettagli e paesaggi registrati durante le osservazioni. Nessuna costruzione, solo ciò che realmente accadeva attorno ai punti di osservazione. 12 sequenze video-fotografiche, dodici mesi, in circa 35 minuti.  La qualità in alta definizione full hd, garantisce immagini di forte impatto in un crescendo che riserva non poche sorprese allo spettatore. Il passare dei mesi e delle stagioni è scandito dall’orchestra della natura che vede insieme il paesaggio, la vegetazione, gli animali, i colori, le colture, le nuvole, il vento, il sole. Di seguito il Teaser del documentario





Alcuni spunti e auspici affinché questo lavoro possa servire alla comunità:
·         Fare del paesaggio rurale siciliano e di quello oggetto del progetto Interior of Sicily in particolare, un bene socialmente condiviso, patrimonio della comunità che ci vive e di quella che lo visita;
·         Salvaguardare il paesaggio significa anche salvaguardare le produzioni alimentari tipiche, rispettare l'ambiente e la biodiversità dei luoghi, accrescere la consapevolezza e la tutela nei confronti dell'ambiente;
·         Il paesaggio rurale può essere il legame tra le popolazioni locali, le aziende agricole e di trasformazione, i visitatori che fruiscono della bellezza e della bontà dei prodotti della terra attraverso una nuova forma di turismo consapevole, informato e rispettoso dell'ambiente;
·          Raccordo tra le istituzioni locali e regionali con il mondo della scuola e della ricerca scientifica al fine di realizzare progetti volti alla conoscenza ed alla salvaguardia del paesaggio rurale;
·         Così come accaduto in altre regioni italiane, chiedere che l'area rurale dell'interno della Sicilia e il suo paesaggio, diventino Patrimonio dell'Umanità Unesco.






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Per ulteriori informazioni puoi contattare la produzione al seguente indirizzo email:
multimediadvisor@gmail.com

Una coproduzione dal basso per diffondere la cultura, la solidarietà ed il rispetto per l'ambiente!

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